venerdì 12 giugno 2009

Bicchierino alle nespole e zenzero con crumble di cantucci



Un sacchetto di nespole, tanti bicchierini sbiriciati sui blog e la voglia di uno sfizio dolce e semplice d'una domenica pomeriggio. La genesi di questa ricetta è tutta qui. Per la preparazione ho usato uno zucchero del Punjab, molto buono e grezzo, che trovo al negozietto indiano dove mi rifornisco anche di spezie, alcune farine e tante altre delizie. Ne parlerò di questo negozietto, è una piccola perla nel cuore di Milano che merita di essere raccontato.

Ecco la ricetta:

Tagliare a pezzetti qualche nespola e cuocerla, per pochi minuti, insieme ad un po' di zenzero e dello zucchero del punjab o comunque di canna. Frullare le nespole con poca panna o dello yogurth greco. Riempire gran parte del bicchierino con il composto.

Mescolare un po' di panna montata con della ricotta neutra o dolce e dello zucchero a velo, stando attenti a non smontare la panna. Fare un altro strato del bicchierino. Aggiungere poi un po' di crema di cioccolato, preparata facendo andare per molte ore il latte con del cacao in polvere, un po' come si fa per il dolce di latte, e terminare con un po' di crumble. In questo caso ho semplicemente sbriciolato dei cantucci, li ho tostati in una padella antiaderente e ho poi aggiunto un cucchiaino di miele di acacia. Pochi istanti ed è pronto.

A questo punto non resta che tuffare avidamente il cucchiaino nel bicchiere e gustare.



Con questa ricetta, nonostante le foto abbiano risentito della fretta di mangiarli, partecipo alla raccolta:





Nelle piccole cose

Panini alla ricotta e semini



Questo è un periodo stupendo per il pane. Il caldo di questo periodo fa lievitare molto bene qualsiasi impasto e la stagione è ricca di sapori con cui arricchirlo: aglio fresco, erba cipollina, finocchietto, peperoncino fresco e così via.

Un pane molto gradito in casa mia l'ho trovato qualche tempo fa proprio su un blog di questo circuito. Si tratta di panini morbidi alla ricotta la cui ricetta originale ho leggermente modificato secondo i miei gusti. Rispetto alla ricetta originale linkata le mie modifiche consistono semplicemente nell'utilizzo di più ricotta, circa 200 grammi, perché questo è un pane che mi piace proprio tanto morbido, e nell'aggiunta di cento grammi di farina integrale.

Quanto ai semini io, in genere, utilizzo semplicemente il latte per spennellare il pane, senza aggiungere l'uovo. In questa ricetta sono: semi di cipolla, semi di papavero, rosmarino secco, semi di cumino, paprika e semi di sesamo.



Pane di grano saraceno al peperoncino fresco



Non sempre gli esperimenti riescono bene. Questo è uno di quei casi.
Da tempo meditavo di provare una ricetta, parte di un libro di ricette di pane che mi ha dato un sacco di soddisfazioni negli anni. Non mi convinceva, la ricetta, troppa farina di saraceno quindi troppo poco glutine. Però amo il grano saraceno, in tutti i modi, pane compreso.

Alla fine mi sono decisa, confidando sulle tante ottime ricette pescate dal libro. Ne è uscito un pane dal sapore splendido, il rustico del saraceno unito a del peperoncino fresco a pezzettini aggiunto a crudo all'impasto era un connubio perfetto. Il pane però somigliava più a una schiacciatina bassa che a un pane, e l'avanzo del giorno dopo poteva essere tranquillamente adoperato per piantare dei chiodi. Sistemando le dosi di farina è un pane che senz'altro rifarò.

Ecco la ricetta (sistemata, secondo me):

300 gr farina 0
200 gr farina di grano saraceno
25 gr di lievito di birra
olio
sale
1 uovo
300 ml di acqua tiepida
peperoncino fresco a tocchetti

Mischiate tra loro le due farine e disponetele a fontana su una spianatoia. Versare nel centro una pastella lievitante ottenuta facendo sciogliere il lievito in acqua tiepida con zucchero e due cucchiai di farina. Lasciar levare per una ventina di minuti.
Impastate unendo il sale e l'acqua. Lasciar riposare altri venti minuti.
Aggiungere due cucchiai di olio e lavorare nuovamente l'impasto; lasciar lievitare un'oretta o fino al raddoppio dell'impasto.
Cuocere per 40 minuti circa a 250 gradi.

venerdì 5 giugno 2009

Carbonara di caprino stagionato con pennette al farro


Voglia di un piatto di pasta, voglia di usare il peperoncino fresco per condirla, i soliti avanzini nel frigo. Così è nata questa pasta, che in realtà non ha niente della carbonara tranne il colore giallo dato dall'immancabile curcuma.

Ecco la ricetta:

Mescolare in una ciotola della ricotta e del caprino stagionato. Diluire con dello yogurth o della panna - in questo caso panna perché per errore me ne sono portata a casa mezzo chilo -, un po' di acqua di cottura della pasta e aggiungere un po' di erba cipollina a pezzetti e della curcuma.

Far soffriggere uno spicchio d'aglio con due peperoncini freschi tagliati a rondelle. Aggiungere poco salamino a tocchetti e sfumare con una goccia di vino bianco. Poi una dadolata di pomodori, un goccio di brodo di verdura, una punta di triplo concentrato di pomodoro e lasciar cuocere qualche minuto. Versare metà del composto di formaggio e portare a cottura la pasta. Mantecare, aiutandosi con l'acqua di cottura e aggiungere poi l'altra metà del condimento.

Finire con abbondante pepe e un po' di grana grattuggiato.




Potrebbe piovere


Piove.
Tuona.
E tira vento.



Per giornate come questa potrei vendere l'anima al diavolo, se l'avessi.


mercoledì 3 giugno 2009

Ricotta in padella


Quando mi capita d'essere a casa di persone appassionate di cucina, uno dei grandi piaceri è quello di sfogliare i loro libri rubacchiando ricette qua e là. Questa ricetta è frutto di uno di questi 'raid culinari', ed è copiata dal libro 'il mio giro d'italia' di Jamie Oliver, un cuoco che non avendo sky purtroppo non ho mai potuto seguire nelle sue trasmissioni, che mi dicono essere bellissime (come lui, del resto).



La ricetta base è molto semplice e davvero buona, e si è prestata a tantissime elaborazioni.



Ecco la ricetta:

450 gr ricotta
2 cucchiai di parmigiano grattuggiato
1 cuchiaio e mezzo di farina
1 uovo
sale
pepe
noce moscata

Mescolare tutti gli ingredienti e mettere in frigo a riposare l'impasto per un po'. Scaldare dell'olio EVO in una padella, fare delle polpettine e cuocerle un minuto, o finché saranno dorate. Girarle e cuocerle un altro minuto. Spolverizzare con sale e pepe e del parmigiano grattuggiato e servire ben calde (in realtà sono buonissime anche da fredde). Servire con dadolata di pomodori o con una insalatina.


Varianti:

Alcune variante le ho fatte semplicemente aggiungendo altri ingredienti a tutto l'impasto, prima di confezionare le polpettine. Altre, invece, e sono i suggerimenti qui di seguito, aggiungendo sapori alle singole polpettine, così da avere un misto di polpettine di sapori diversi e buoni insieme.

  • Salate
estiva - pomodorini, olive, capperi, tonno, mozzarella.
formaggi - parmigiano, pecorino, caprino stagionato, scamorza tutti grattuggiati o ridotti a pezzettini.
indiana - cumino, cardamomo, zenzero, curry, coriandolo, masala.
piccante - paprika, tabasco, peperoncino tritato, peperoncino fresco, pepe.
ai sapori - erba cipollina, origano, basilico, timo, maggiorana, rosmarino.
alle verdure - carote e zucchine a julienne, pezzetti di patata lessa, peperoni, erbette.

  • Dolci
Per quelle dolci basta, ovviamente, lavorare la ricotta con lo zucchero e proseguire come da ricetta. Spolverizzare poi con dello zucchero a velo.

frutti di bosco.
cannella, vaniglia, cacao, noce moscata.
gocce di cioccolato.
macedonia di frutta e zenzero.


Con questa ricetta partecipo alla raccolta:




martedì 2 giugno 2009

Tartelette di ricotta e more con zenzero e cannella




Insieme alle ciliegie, dal mercato è arrivato un bel cestino di more carnose e qualche nespola. Le nespole le ho usate per un bicchierino goloso di cui metterò la ricetta. Le more, invece, così carnose e dolci, volevo usarle in un modo che non prevedesse cottura o altro. Al naturale, col loro contrasto di dolce e acidulo.

Così ho optato per delle tartelette di pasta sfoglia con la ricotta profumate con zenzero e cannella.


Ecco la ricetta:

1 rotolo di pasta sfoglia
12 more
100 gr ricotta
100 ml panna montata
zucchero a velo
zenzero&cannella


Foderare con la sfoglia 6 contenitori per muffin; bucherellare e cuocere nel forno per circa 5 minuti. Lasciar intipidire. Sbattere la ricotta con lo zucchero a velo e mezzo cucchiaino di zenzero tritato finissimo. Incorporare delicatamente la panna montate e rimpire col composto le tartelette.
Sistemare le more e spolverizzare con zucchero a velo e cannella

Muffins con ciliegie e philadelphia


Ho sempre l'impressione, ma magari è un errore, che da noi il philadelphia sia un formaggio piuttosto snobbato. Certo, in un paese che ha una tale ricchezza di formaggi - stagionati e non - sembra quasi una bestemmia il philadelphia ma, in realtà, è un formaggio molto versatile in cucina proprio per la sua 'neutralità'. Spesso, per pranzo, mangio un paio di fette di pane nero spalmate di philadelphia e tabasco con qualche pomodorino fresco. Una specie di bruschetta molto estiva. Così, il philadelphia, difficilmente manca nel mio frigorifero. Quando ,sabato ,lui è tornato con un cestino di ciliegie dal mercato, immediatamente ho pensato ai muffins, anche per provare finalmente le nuove pirottine di silicone.


Ecco la ricetta:

100 gr di ciliegie
75 gr di burro
100 gr philadelphia
1 uovo
100 gr farina 00
75 gr zucchero di canna
2 cucchiai di latte
zucchero a velo per spolverizzare

Scaldare il forno e imburrare 10 pirottine per muffins. Sciogliere il burro in un pentolino, a fuoco bassissimo, e lasciar intiepidire. Battere il philadelphia con lo zucchero, aggiungere l'uovo, il latte e il burro fuso. Tagliare a pezzetti le ciliegie e unirle alla farina, quindi incorporle all'impasto liquido. Riempire le pirottine e cuocere per circa 12 minuti.
Spolverizzare con lo zucchero a velo e servire.





Con questa ricetta partecipo alla raccolta:





lunedì 1 giugno 2009

Effetto notte

Non sono capace di accettare le cose che finiscono.
E' il mio più grosso limite, quasi una fobia.
Quando un film bello finisce, insieme al piacere per ciò che ho visto, provo una incredibile sensazione di vuoto. E così è anche per i libri, per i pochi telefilm che amo e tutti i loro personaggi e così via.
Film e libri che ho amato li rileggo e rivedo tante di quelle volte da essere quasi maniacale.
E' così per i rapporti umani, e questo li complica sin dalla lora nascita. Ma qui si aprirebbe un capitolo troppo vasto ed è meglio sorvolare.


Questo week end, caratterizzato da un clima splendido grazie al quale stanotte si è dormito col piumone (sic!), è stato un week end di abbandoni. Le immagini dell'addio al calcio del mio immenso capitano Maldini e del contemporaneo abbandono di Carletto Ancelotti sono state una pugnalata, per me. Qualcosa che, al momento, mi fa solo desiderare di non aver più nulla a che fare col calcio e le sue 'leggi' per un po'. Momenti come questi richiedono riti di addio e un po' di coccole. E così, dopo le partite, con cura religiosa ho ripiegato sciarpe, bandiere, magliette e gagliardetti vari e ne ho fatta una scatola da riporre con cura.


Tutto era previsto, però, e ci siamo preparati un fine settimana all'insegna del 'calduccio 'con molti film, una bella passeggiata col vento freddo che venivano i brividi e qualche coccola in cucina. In questo siamo rimasti davvero degli adolescenti. Niente orari, niente pranzi o cene nel senso stretto della parola, ma tanti golosi spuntini dolci e salati, innaffiati in questo caso da un ottimo Negroamaro.



Sabato sera, a grande richiesta, ho rifatto la focaccia pugliese. E ho così scoperto un altro grande pregio di questa focaccia buonissima: è a prova di errore. Cause di forza maggiore, infatti, mi hanno costretta a seguire poco e male impasto e lievitazione. Ne è risultata una focaccia molto alta, molto più dell'altra volta, più morbida ma altrettanto buona.



Per la domenica l'idea era quella di una colazione lunga e ricca, soprattutto di dolci. Muffin e tartelette sono state le scelte. Successivo antipasto con l'avanzo di focaccia e semplici stuzzichini di wurstel in pasta sfoglia. Tutte, o quasi, ricette da scrivere. E poi le lacrime, ma questa è altra storia.



La parentesi di Fantozzi in cucina: ci sono delle volte che, a dispetto della tanta voglia di cucinare, l'operazione è costellata di incidenti piuttosto ridicoli e fastidiosi. Riuscire a riderci sopra è l'unica salvezza. Domenica era uno di questi giorni con incidenti di vario genere come il pacco di farina rotto, che appena preso in mano si produce in un incredibile sbuffo che ci imbianca tutti, o il bicchierino di burro fuso messo in frigorifero ,che all'apertura dello sportello si rovescia su pavimento, gambe, ciabatte e testolina di un cane sempre tra i piedi.



Frost/Nixon, come speravo, non è stato per nulla una delusione. Ron Howard è davvero un regista interessante e il suo film, notevolmente difficile sulla carta, è un affresco umano, storico, politico e giornalistico che merita davvero. Ben tratteggiato è l'aspetto del rapporto - forse meglio dire della sfida - tra il giornalista, inizialmente sottovalutato dallo staff di Nixon, e l'ormai ex presidente cui Howard dedica molto spazio con un finale che, scevro da facile pietismo, regala una immagine dolce di questo sconfitto dalla storia. L'altro film visto che merita una segnalazione è 'La banda Baader Meinhof', di Uli Edel. La cosa che mi ha colpito del film, ben fatto e ricco di varie documentazioni dell'epoca, è l'aspetto triste di cui è permeato, che coinvolge tutti, terroristi e vittime, e che culmina nell'ultima mezz'ora - il film è molto lungo - con un senso di solitudine e di disperazione che non può lasciare indifferenti. Pare ovvio, ma non lo è. E vedendo il film si capisce bene anche il perché.